Dal 1600 Torino è illuminata di notte. "Niuno, tanto forestiere, quanto cittadino, potrà andare di notte per la città senza lume...".
La città investe molto nel tempo, facendosi carico del costo del combustibile ed imponendo ai privati cittadini una regolamentazione dell'illuminazione, arrivando a contare nel 1900 più di cinquemila fanali fra lampade a luce elettrica, ad arco e ad incandescenza.
In varie occasioni la città era stata illuminata a festa; per le nozze di Carlo Emanuele III, le scenografie luminose erano state curate da Filippo Juvarra, per Vittorio Emanuele II si era fatto uno spettacolo di fuochi d'artificio in piazza San Secondo (presso l'attuale corso Matteotti) e nel tempo gli allestimenti erano diventati sempre più coivolgenti.
Il 14 maggio del 1860 via Dora Grossa risplendeva attraversata da 30 arcate luminose (a gas) che creavano un magnifico tunnel lungo un chilometro, ma la vera grande rivoluzione si ebbe con l'avvento della luce elettrica.
14 maggio 1860 via Dora Grossa a Torino |
Durante la grande Esposizione torinese del 1884 fu infatti installato, nel parco del Valentino, il "sole elettrico", un proiettore con la potenza di 30.000 candele su una torre in legno alta 40 metri che dal parco illuminava a giorno la collina.
Il Sole elettrico al parco del Valentino |
Da questi eventi circoscritti si è passati, in tempi recenti, alla manifestazione denominata "Luci d'Artista". Siamo ormai arrivati alla 17esima edizione, da quel lontano 1998 in cui furono commissionate queste scintillanti opere a 14 artisti di grande fama.
Nicola De Maria, Il regno dei Fiori |
La prima, la più discussa e la più "bisognosa" di spiegazione fu "il volo dei numeri" di Mario Merz, arditamente installata sulla cupola della Mole Antonelliana.
Le "luci d'Artista" non hanno un significato in senso cristiano e solo due di loro includono la parola "Natale" nel titolo, ma tutte hanno in comune un messaggio positivo di condivisione, di riuso dei materiali, di attenzione e di amore verso sé stessi e gli altri.
"Amare le differenze" di Michelangelo Pistoletto è una installazione che riporta questa frase in 39 lingue diverse, "Luì e l'arte di andare per il bosco" di Luigi Mainolfi parla dell'invenzione dei sonagli come mediatori fra il rumore assordante della città ed il silenzio disorientante del bosco.
"Palomar" di Giulio Paolini narra della condizione dell'uomo come un funambolo in bilico fra terra e cielo...E ancora le affascinanti "Vento Solare" di Luigi Nervo e "Costellazioni" di Carmelo Giammello...
Luigi Mainolfi, Luì e l'arte di andare per il bosco |
Luigi Nervo, Vento Solare |
Carmelo Giammello, Costellazioni |
E allora cosa aspettate? Prendete guanti e berretto e venite con me!
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